Com'è diverso Tommaso Giulini rispetto al suo predecessore. Lavora in silenzio ma nulla gli sfugge, porta una cultura aziendale nuova nel Cagliari ma con apprezzabile umiltà dedica energie e risorse alla scoperta e alla valorizzazione degli elementi caratteristici del rapporto fra i sardi e il loro simbolo calcistico privilegiato. Soprattutto in tempo di calciomercato e al cospetto di una trasformazione radicale come quella nel Cagliari è impegnato, la faccenda potrebbe apparire secondaria. Invece no. Modificare un organico per svecchiarlo e adeguarlo a un nuovo credo tattico è un'opera ciclopica che crea una grande scommessa perché il team di Giulini sa che ogni innovazione per quanto positiva e strategica, ha bisogno di essere baciata dai risultati sia pure se rapportati alle dimensioni del Cagliari.
I giocatori che Zdenek Zeman ha scelto e che uno dopo l'altro il diesse Marroccu sta portando a casa, hanno caratteristiche precise. Giovani ma di talento già esibito in qualche maniera. Molti in ambito di nazionali giovanili, alcuni soffiati a prestigiosissima concorrenza (fa rumore il caso di Godfred Donsah, 18 anni preso dal Verona, sul quale c'erano posati gli sguardi nientemeno che di Bayern Monaco e Manchester City) rispondono a una logica presente ma anche e soprattutto in ottica futura. Insomma, la trasformazione è iniziata ma non poggia su basi ignote, bensì su quanto di meglio si poteva ereditare dal recente passato.
Dicono le malelingue, Zeman prende valanghe di gol. Sarà. Ma il Cagliari degli ultimi anni non ha certo brillato per impermeabilità difensiva dunque l'handicap, ammesso e non concesso che sia da mettere in preventivo, è probabilmente già assorbito. Con il boemo però si moltiplicano le potenzialità offensive e da qui attendersi un Cagliari forse già un pochino più di qualità rispetto alla scorsa stagione non è un azzardo.
Giulini lavora in silenzio, fa scelte, compra i giocatori che servono. Dovrà riflettere la critica troppo severa anche sul caso Astori, quando arriverà a compimento: l'atteggiamento del patron è quello ideale, gli altri chiacchierano e lui agisce. Si fa così. Il bello dell'azione del nuovo board si inizierà a vedere nelle prossime settimane quando cominceranno a emergere le prime iniziative. Dal rapporto con il territorio e con le istituzioni alle occasioni di incontro e di abbraccio con i tifosi, dalle partnership impostate su criteri di stretta collaborazione alla messa a punto delle idee sullo stadio che verrà. Uno stadio nuovo verrà, su questo non ci piove: basta avere pazienza. Se qualcuno pensa che a Giulini piaccia il Sant'Elia come è ora, sbaglia di grosso: la consapevolezza di dover avere ben altro per stabilire vincolo e frequentazione più assidui con la gente è assolutamente presente.
La presentazione ufficiale della nuova stagione sarà confermata a giorni per il 4 agosto prossimo. Con una location non casuale, l'Arena concerti creata dal Comune di Cagliari nei pressi dello stadio, cosa che certificherà una nuova fase di rapporti con l'Amministrazione civica. E ci saranno tante, davvero tante sorprese. Il Cagliari lavora in silenzio, ma stupirà e farà parlare tanto di sé.
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