Quella sera sulla panchina del Trap

Written By Unknown on Selasa, 17 Maret 2015 | 23.22

INVIATO A DORTMUND - Vent'anni fa non aveva uno sponsor, si chiamava soltanto Westfalstadion, prendendo il nome dalla regione, la Westfalia. Era però lo stesso muro giallo e nero di oggi, faceva paura anche allora, anche la sera del 5 maggio 1993. Una sera speciale per la Juventus, ma anche per un terzetto di marciapiedisti (cronisti da marciapiede), formato da chi scrive e da altri due ragazzi (si parla di 22 anni fa) che si sono poi avviati su una carriera direttoriale, Vittorio Oreggia, oggi direttore di Tuttosport, e Darwin Pastorin, ex vice direttore della stessa testata. Era la finale d'andata della Coppa Uefa, Borussia Dortmund-Juventus. Dopo un minuto, gol di Michael Rummenigge, il fratellino di Karl Heinz. Pareggio di Dino Baggio e doppietta di Roberto Baggio, per il trionfo della Juve del Trap.
  
A dieci minuti dalla fine, col Westfalstadion impietrito come lo avremmo rivisto tredici anni dopo, quei tre ragazzi decidono di avvicinarsi agli spogliatoi per le interviste. Gli spogliatoi sono dall'altra parte della tribuna stampa, il tragitto non è breve, essendo una notturna vogliono guadagnare tempo. A quell'epoca si aspettavano i giocatori davanti alla porta, spesso anche dentro gli spogliatoi, informazione a...caldo. Le tristi zone miste di oggi erano ancora nella mente illuminata di qualche esperto di comunicazione. Si sta ancora giocando, non ci sono controlli ai varchi e di questo i tre restano un po' sorpresi. Siamo in Germania, ma le porte si aprono una dietro l'altra. Compresa l'ultima, quella che si spalanca dietro la panchina di Giovanni Trapattoni. E' stato uno dei momenti più divertenti ed emozionanti che questo mestiere ci ha riservato. Fra i tre e il Trap non c'è nemmeno una transenna, campo libero, potrebbero anche suggerirgli un cambio.
  
Il Trap è senza voce, fischia di continuo, ma sembra che nessuno lo ascolti. Quelli della Juve fanno melina, il Borussia è spento. Trapattoni urla con quel po' di voce che gli rimane: "Jurgen, attento, attaccano di là". Jurgen è Kohler, difensore centrale della Juve. Ma quelli del Borussia non attaccano da nessuna parte. Il Trap è scatenato, ha la partita in mano, la Coppa pure, ma non si ferma. Mani in tasca, si gira di continuo a parlare con la panchina. A un certo punto vede i tre a due metri da lui e li guarda stupito: come hanno fatto ad arrivare? Nemmeno i tre lo sanno. Ha già sostituito Roberto Baggio, il protagonista di quella finale, con Di Canio, mancano due minuti e toglie anche Moeller per mettere Galia (il Trap non si smentisce mai). Mentre Moeller si avvicina alla panchina, Baggio prende la borraccia e lo schizza. Il tedesco lo insulta nella sua lingua. Roby ride. Finisce 3-1, il Trap scatta negli spogliatoi. "Giovanni, fermati!", gli urla uno dei tre. Non sente neppure, è ancora in piena trance agonistica. Per lui la Coppa non è ancora vinta, per quei tre sì. E' la coppa dei marciapiedisti.


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