L'eclissi di sole e l'eclisse della Roma

L'eclissi di Roma è arrivata prima dell'eclissi di sole. Tutte e due sono risultate evidenti alla popolazione dell'intera Europa, parte dell'Asia prossima e dell'Africa citeriore. L'eclissi di sole è stata ben circoscritta, ha avuto un calcolabile inizio e una altrettanta misurabile fine. L'eclissi di Roma è invece cominciata da settimane e, per ora, ha avuto il suo culmine nella giornata di giovedì 19 marzo, lungo il Tevere in un luogo non distante dagli antichi tempi: nessuno, però, azzarda previsioni sulla durata del fenomeno. Nell'eclissi di sole la gente si è meravigliata, si è emozionata, ha subito il fascino guardando all'insù, ha giocato con questa scomparsa dal punto di vista estetico, ha tratto forse insegnamenti nascosti; in qualche caso l'eclissi di sole è servita solamente a sottrarre, nell'ostentata meraviglia generale, qualche decine di minuti ai propri compiti giornalieri, magari brandendo bottiglie o filtri ottici improvvisati. Pure nell'eclissi di Roma si sono brandite bottiglie, subito riposte. E c'è voluto un lungo colloquio con i sacerdoti del rito tradito. Ma non è detto che gli adepti, poi, non indirizzino altrimenti, nel corso dei tempi a venire, il loro malumore verso quell'espressione del sacro apparsa così deludente e prosaica.

Il sacro, come noto, appartiene a quelle manifestazioni che possono trarre origine da eventi terrifici e irrazionali. Uno studioso di inizio Novecento utilizzò il termine "numinoso", dal latino numen, per esprimere la potenza divina in un turbinio di terrore e fascino. Ma sacro, "sacer" per i latini, come il termine "sanctus", rivela radici indoeuropee, quel "sak" che definisce l'atto del pattuire. E il patto è segnato da un accordo che impegna saldamente i contraenti: offerte e devozioni in cambio delle manifestazioni straordinarie controllate e configurate in un rito. L'idea di sacro si sviluppa poi in maniera non uniforme nel corso dei secoli. Chi, come i tedeschi, lo cerca nella reazione carica di indefinibile mistero di fronte a fatti soggettivi come l'ammirazione della natura o dell'arte, c'è l'idea francese e illuminista del sacro come forza di coesione di una società e c'è l'idea inglese di tutto ciò che trascende le potenze abituali utilizzate nella vita comune, siano esse naturali o umane. Un'idea che fa viaggiare insieme le società antichissime e quelle moderne, che apre le porte al ritorno della magia che è in fondo una tecnica a disposizione di pochi e che crea meraviglia nei molti. Per questo, la magia svanita dell'Olimpico, oggi più che mai ha bisogno di tecnica, applicazione e risorse che, attualmente, appare inaccessibile a quella che i neo-latini chiamano eponimicamente "Maggica".

@bruno1962 

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