PALLONE - I fratelli Ayew e quelli Touré, i romanisti Keita e Gervinho, Brahimi, Feghouli. E ancora Aubameyang e il fratello di Pogba. Nel frattempo le generazioni che cambiano non danno più spazio ai fenomeni Eto'o e Drogba. E non c'è la Nigeria, detentrice del titolo, che è arrivata solo terza nelle qualificazioni dietro ai Bafana Bafana del Sudafrica e al Congo. Out anche il pluridecorato Egitto. Ai nastri di partenza sembra esserci grande equilibrio: basti pensare che ben 9 nazionali sulle 16 partecipanti hanno già vinto almeno una volta. Ci sono dei favoriti, anche. La Costa d'Avorio su tutti, poi il Ghana - che però senza gli "esiliati" Boateng, Essien e Muntari perde molto - e l'Algeria. Ma i calcoli iniziali, come spesso accade, possono valere nulla di fronte a sorprese come lo Zambia campione nel 2012 o il Burkina Faso finalista l'anno scorso. Il tutto si svolgerà in quattro città: la già citata Bata, e poi Malabo (stadio da soli 16.000 posti...), Mongomo e Ebebiyim (in queste due sembra che le strutture non siano proprio all'altezza).
SVOLGIMENTO - E siamo ai problemi. Nati prima di tutto dalla paura del diffondersi dell'Ebola. «La Coppa è l'orgoglio di questo continente» aveva tuonato Issa Hayatou, numero uno del calcio africano, nei giorni in cui il Marocco aveva fatto un passo indietro e la Guinea Equatoriale si era resa disponibile per ospitare la Coppa: ma è storia di due mesi fa e quindi si è organizzato tutto in fretta e furia. Ciò che è certo è che tutti i giocatori e gli addetti ai lavori arrivati si sono sottoposti a test per il virus, e i controlli saranno continui e dureranno per l'intera manifestazione (finale in programma l'8 febbraio a Bata). C'è poi la ferita del massacro nigeriano (2.000 morti e intere città rase al suolo): le località in questione distano mille chilometri e la paura di ulteriori rimostranze di matrice terroristica non è sfumata. Se si considera lo spirito guerrigliero che anima da anni diverse aree limitrofe e il pericolo legato all'integralismo in un periodo mondiale molto particolare, si può comprendere come anche questa minaccia sia più che viva.
ATTESA - Ovviamente la macchina "occidentale" - proprio quella che l'Isis odia... - si è messa in moto con la garanzia della diretta tv (sui canali Eurosport) di tutte le partite. E in loco i biglietti saranno venduti anche alla cifra simbolica di 88 centesimi di dollaro per provare a riempire gli stadi e non bissare i vuoti dell'edizione 2012 (si svolse sempre in Guinea Equatoriale in coabitazione con il Gabon). «Dobbiamo dare solennità alla manifestazione, chi ha i mezzi aiuti i poveri ad acquistare i tagliandi» ha detto Teodoro Obiang Nguema, presidente equatoguineano e parente dell'Obiang della Samp. Gli uffici pubblici chiuderanno alle 2 nei giorni delle gare. Per andare a vedere i tanti campioni della 30ª Coppa d'Africa. Animata da Marhaba (il nuovo pallone) e dalle paure per i troppi problemi ancora in piedi.
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