martedì 26 agosto 2014
Lo spagnolo Oscar Garcia ha deciso di abbandonare il club di Tel Aviv per «l'attuale situazione legata alla sicurezza nel Paese»
ROMA - Continua l'estate difficile per il calcio israeliano, pesantemente condizionato dal riaccendersi del conflitto con i palestinesi. L'ultimo episodio è arrivato oggi con la decisione di Oscar Garcia, allenatore del Maccabi Tel Aviv, di rassegnare le dimissioni. Il tecnico ha deciso di abbandonare la panchina per "l'attuale situazione legata alla sicurezza nel Paese", si legge in una nota del club israeliano. Poche ore dopo, però, sarebbe sopraggiunto l'annuncio della tregua raggiunta al Cairo e in vigore dalle 18 locali. Oscar Garcia era tornato quest'anno ad allenare il club israeliano, sulla cui panchina si era seduto già nella stagione 2012/13. La sua decisione arriva a due giorni dal preliminare di ritorno di Europa League contro i greci dell'Asteras Tripolis che si giocherà sul neutro di Larnaca, a Cipro. Il Maccabi dovrà tentare di rimontare il 2-0 subito in Grecia all'andata. "Voglio ringraziare Oscar per quello che ha fatto. Porta il nostro club nel cuore ma le circostanze lo hanno portato a cambiare idea", ha scritto il presidente del club israeliano Mitch Goldhar. Secondo la stampa israeliana sulla decisione dell'allenatore hanno pesato le pressioni di sua moglie, spaventata dai lanci di missili palestinesi sempre più vicini a Tel Aviv. "È una decisione presa per motivi personali che dobbiamo rispettare", ha spiegato Jordi Cruyff, figlio del grande Johan e attuale direttore generale del Maccabi. Al suo posto il club ha preso un altro spagnolo, Paco Ayestaran, ex vice di Rafa Benitez al Liverpool e al Valencia. Dall'inizio del conflitto armato israelo-palestinese sono numerosi gli episodi che hanno condizionato i club israeliani, come quello accaduto a fine luglio in Austria dove l'amichevole tra i francesi del Lilla e gli israeliani dal Maccabi Haifa è stata interrotta a 5' dalla fine a causa dell'invasione di campo di alcuni attivisti che sventolavano bandiere palestinesi. Tra i calciatori e le persone che avevano invaso il campo si è sfiorata la rissa e dopo che sono volati alcuni colpi l'arbitro ha deciso di interrompere la gara costringendo le squadre a tornare negli spogliatoi. A causa della guerra, poi, è stato nei giorni scorsi rinviato a data da destinarsi l'inizio della Premier League israeliana che sarebbe dovuto cominciare lo scorso week-end con la partita tra Hapoel Tel Aviv and Maccabi Netanya. Lo stop è arrivato per ordine del comando delle forze armate israeliane che ha ordinato che nel raggio di 80 chilometri dal confine con Gaza non possono svolgersi manifestazioni che raggruppino all'aperto più di mille persone. L'ordine è scattato, riportava il Jerusalem Post, anche a seguito delle minacce da parte di Abu Obeida, portavoce dell'ala militare di Hamas, secondo cui i palestinesi sarebbero pronti a lanciare razzi contro gli stadi israeliani. La difficile situazione del calcio israeliano getta ora dei dubbi sulla possibilità che il 9 settembre Israele possa ospitare il Belgio nella prima partita ufficiale di qualificazione agli Europei 2016. La gara è fissata a Gerusalemme, ma per ora le due federazioni hanno concordato di aspettare l'evoluzione degli eventi bellici prima di prendere una decisione. Secondo la stampa israeliana, nel caso non ci fossero le condizioni di sicurezza per giocare, la Federcalcio chiederebbe all'Uefa di posticipare la partita per evitare di dover giocare a Cipro, come sta avvenendo per le squadre di club.
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Calcio Estero, Maccabi Tel Aviv, c'è la guerra e l'allenatore si dimette
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