Prandelli: «Balotelli? Tra i primi 5 al mondo»

Written By Unknown on Jumat, 22 Maret 2013 | 23.22

Il ct della Nazionale: «Mario ha grandissime qualità. Con Malta sarà una sfida da non sottovalutare»

FIRENZE - Cesare Prandelli non si esalta nemmeno dopo il Brasile. Nella prestazione di Gineva ha visto molto cose buone, ma si sofferma anche su quelle meno buone.

La Nazionale sa cambiare faccia, passando dal rombo al 4-3-3 il processo inverso rispetto all'amichevole con l'Olanda.
«Il primo modulo lo conosciamo bene, ma l'idea è quella di applicarlo meglio possibile. Difficilmente puoi finire la partita con il sistema iniziale, spesso sono gli avversari a fartelo cambiare»

Balotelli ha detto che si trova bene col 4-3-3.
«Lo dice perché col Milan negli ultimi due mesi ha lavorato con quel modulo. Ma la prima mezz'ora, col rombo, abbiamo costruito un sacco di palle-gol. Un giocatore non deve chiudersi e pensare che ci sia solo una via per arrivare al gol. Mario può migliorare anche con l'altro modulo»

Tutti dicono che Neymar sia il nuovo fenomeno. Balotelli è arrivato al suo livello?
«Noi predichiamo equilibrio e ogni due giorni non pensiamo di alzare l'asticella a questo ragazzo. Due mesi fa a detta di tutti era in un vicolo cieco, adesso non ha sovvertito quello che si diceva. Ha delle potenzialità e delle qualità straordinarie, potrebbe arrivare fra i primi cinque attaccanti al mondo e noi dobbiamo dargli la possibilità di trovare quell'equilibrio».

Quanto è cresciuto Balotelli?
«Grazie a questi ultimi due mesi può lavorare normalmente e può acquisire più sicurezza e consapevolezza dei propri mezzi. Adesso ha una serenità dentro che gli permette di non subire provocazioni e di non fare falli di reazioni. A Ginevra ne ha subiti di falli cattivi, anzi, duri».

Lo ha trovato più tranquillo grazie al posto da titolare nel Milan?
«Il posto l'ha conquistato da solo, con i gol. Il gol aiuta l'attaccante a vivere il suo lavoro in modo sereno e meraviglioso»

Lei aveva detto che, tornando in Italia, Mario sarebbe stato anche più controllato...
«Ma era una battuta. Lui ha un senso di responsabilità, solo che vicino a casa, con la famiglia e gli amici trova sempre la parola giusta. Non va controllato, si controlla da solo. Aveva bisogno di trovare le parole vere».

E lei può dirgli la parola vera, tipo "Mario sei da Pallone d'Oro"?
«Le cose vere le ha dette lui, quando ha dichiarato che si dà 6 perché ha sbagliato troppi gol. Vuol dire che non si accontenta. I veri attaccanti sono così»

Quale attaccante le ricorda Balotelli?
«E' solo se stesso».

Gigi Riva?
«Ma Gigi è inarrivabile. I numeri parlano per Riva: trascinava la squadra da solo, inventava un gol da niente. E' completamente diverso da Mario che è una punta che può far reparto da solo, ma non ha ancora acquisito quella sicurezza che aveva Gigi Riva».

Ha puntato su Osvaldo che è stato bocciato dalla critica.
«Nel primo tempo abbiamo voluto giocare con due punte e con gli inserimenti ei centrocampisti, soprattutto di Giaccherini, e l'abbiamo fatto grazie al lavro dei due attaccanti. Così abbiamo messo in difficoltà la difesa del Brasile. Quando un giocatore, sooprattutto un attaccante, dà la massima disponiblità sul piano tattico io sono contento, vuol dire che non lavora per una medaglia personale ma per la squadra».

De Rossi meglio nel secondo tempo, come centrale dei tre. E' giusto dire che senza Pirlo gioca meglio?
«Io sto pensando a Malta e contro il Brasile ho fatto dei cambi per due motivi. Il primo: non c'era Marchisio, De Rossi sarà squalificato e volevo risparmiare un tempo a Pirlo che per noi è il giocatore più importante. Il secondo: volevo vedere se riusciavamo a reggere tre attaccanti e abbiamo fatto bene. Adesso, con Verratti, abbiamo 4 giocatori che possono stare davanti alla difesa, vale a dire Montolivo, De Rossi, Pirlo e Verratti, giocatori che si possono adattare anche in posizioni diverse, ma lasciando inalterata la loro qualità».

Si può dire che Pirlo nel 4-3-3 perde qualcosa rispetto al rombo e per questo, al contrario, De Rossi sembra più a suo agio?
«Sono due giocatiri diversi. Anche Pirlo può stare nel 4-3-3, ma gli interni devono avere più gamba e dare più protezione».

Nell'agosto del 2010 era partito con l'idea del tridente. Adesso con Cerci e De Sciglio pensa di avere i giocatori giusti per quell'idea?
«Se tu hai un'idea, ma solo gli interpreti e non le alternative, diventa difficile attuarla. Ora abbiamo anche alternative. Cerci è interessante mentre Candreva in quel ruolo ha fatto una buona parte con la Francia; a sinistra, oltre a El Shaarawy, abbiamo anche Insigne, l'anno scorso nel Pescara faceva bene quel ruolo. Si lavorerà per migliorare i dettagli di un modulo che è particolarmente impegnativo. Se hai tre attaccanti non devi pensare che arrivino sempre sulla linea dei centrocampisti, sennò sono centrocampisti. E se sbagli i tempi di uscita, sei fregato».

Per lei meglio l'Italia del primo o del secondo tempo?
«I primi 30' sono stati fatti con un calcio propsotivo, piacevole, abbiamo aggredito con i tempi giusti, la squadra è rimasta corta, toglievamo e subito dopo davamo profondità al gioco. Poi siamo stati altrettanto bravi nel secondo tempo a mantenere viva la partita, quando abbiamo costretto i loro esterni a difendere e a non attaccare. Anche El Shaarawy è andato bene, anche se doveva accentrarsi di più. Gli ho detto che quando hai il difensore lì vicino, devi diventare una seconda punta».

Quali errori ha notato nella partita col Brasile?
«Dico prima l'errore che non possiamo commettere martedì a Malta: sottovalutare l'avversario, pensare che siano già 3 punti presiu. Invece troveremo una squadra tatticamente diversa dal Brasile, molto più unita e compatta, una nazionale che si sta allenando da mesi come fosse una squadra di club».

E gli errori di ieri sera?
«Il primo quando eravamo in possesso palla: con la supremazia del gioco e con la palla a terra, mentre il Brasile non riusciva a prenderci le misure, noi abbiamo esagerato con i cambi di gioco, con quei lanci alti. Il secondo senza possesso palla: per generosità, per euforia, per attaccare con molti giocatori, abbiamo perso un po' di equilibrio e abbiamo preso dei contropiedi. Così è nato il 2-0 del Brasile. A me va bene se attacchiamo in tanti, ma quando Pirlo va avanti di solito c'è chi scende al suo posto. Sul secondo gol potevamo avere più equilibrio, Bonucci ha detto che poteva intervenire ma temeva di lasciare libero l'altro attaccante».

Pirlo poteva fare fallo su Neymar?
«Forse non era così vicino come sembra».

Quanto le rode non aver battuto il Brasile?
«Poco, sinceramente. Quando la squadra gioca così, le vittorie arriveranno. I complimenti non fanno punti, ma se continuiamo così batteremo gli imbattibili».

Contro Malta, il rombo o il 4-3-3?
«Aspettiamo la partita di stasera, dipende dall'atteggiamentoi della squadra avversaria».

Dopo la prestazione di Ginevra, cosa penserenno dell'Italia in Brasile?
«Potenzialmente loro possono avere qualunque tipo di risorsa. Adesso però possono dire che l'Italia ha cercarto di modificare il suo, interpretando le partite contro grandi nazionali senza paura ma con coraggio».

Come immagina l'Italia alla Confederations Cup?
«Prima di tutto mi auguro di arrivarci con una buona situazione di classifica nel nostro girone e per questo siamo concentrati ora su Malta e poi sulla Repubblica Ceca. Secondo chi ha già giocato la Confederations, è un'arma a doppio taglio, perché arriva a fine stagione, non hai molto tempo per prepararla e devi trovare una squadra che possa avere energie fresche. Sono curioso anch'io di vedere come può reagire la squadra a questo esame».

Dopo la Spagna, dove si colloca l'Italia?
«Siamo stati l'unica nazionale ad aver affrontato in amichevole le prime 10 del mondo, tranne l'Argentina. Quando mi dicono perdi sempre le amichevoli, una ragione c'è... Ma queste sono le partite dove vedi qualcosa. E' servito giocare contro Inghilterra, Germania, Uruguay, Brasile, Olanda. Non vai a cercare il risultato, ma la prestazione».

Per te meglio l'Italia del primo o del secondo tempo?
«I primi 30' calcio propsotivo, piacevole, aggrediti con i tempi giusti, squadra cporta, toglievamo e subito dopo davamo profondità. Poi altrettanto bravi nel secondo tempo a mamntenere viva la partita, quando abbiamo costretto i loro esterni a difendere e a non attaccare. Anche El Shaarawy, anche se doveva accentrarsi di più. Gli ho detto che quando hai il difensore lì vicino, devi diventare una seconda punta».

A Ginevra mancava Chiellini, come in Olanda.
«I difensori centrali mi sono piaciuti molto, hanno mantenuto una difesa lineare, compatta, e soprattutto perché erano coordinati. Non davano tranquillità agli attaccanti del Brasile».

Cerci che tipo di esterno è?
«E' un mancino che gioca a destra, come Bruno Conti che però aveva molta più fantasia e più capacità di diventare centrocampista. Cerci è più attaccante, più potente, è quello che cerca l'uno contro uno. Ha avuto continuità nella partita. L'anno scorso, a Firenze, magari faceva cose più esplosiva, ma non aveva la continuità che ha adesso nel Torino».

Può diventare utile un attaccante come Pellè?
«Lo stiamo seguendo, ha fatto 23 gol. Se continua così... La sua è un'evoluzione straordinaria, anche se per adesso abbiamo altre priorità».

Qual è il suo ricordo di Mennea?
«Quello di un ragazzino, senza grande fisicità, che riusciva a lottare e combattere contro i grandi mostri della velocità. Con caparbietà e dedizione ce l'ha fatta. Ho letto molto di Mennea, è stato un grandissimo atleta».

Alberto Polverosi


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