La Pegaso smentisce: «Nessuna violenza»

Written By Unknown on Senin, 04 Maret 2013 | 23.22

In un comunicato respinte le accuse: «Nessun tesserato della ASD Pegaso ha mai tenuto un comportamento violento nei confronti dell'arbitro durante la partita dello scorso 6 gennaio contro il Futbol Montesacro: la decisione della Commissione Disciplinare di far ripetere la gara deriva dalla semplice applicazione del Regolamento del gioco del calcio e di quanto previsto dal Codice di Giustizia Sportiva»

ROMA - La Pegaso respinge tutte le accuse. In un comunicato la società chiarisce quanto accaduto nella partita contro il Futbol Montesacro.
 
IL COMUNICATO - Questo il testo del comunicato della ASD Pegaso:

"Non si è fatta attendere la replica del presidente dalla ASD Pegaso, Alessio Peciarolo, per smentire l'appellativo di "violenti" col quale sono stati definiti lui stesso e tutti i tesserati della sua squadra iscritta al campionato di Seconda Categoria della Lega Nazionale Dilettanti – Lazio, nell'articolo pubblicato lo scorso 28 febbraio sul portale del Corriere dello Sport L'Associazione Sportiva Dilettantistica FC Pegaso, ci ha detto, è stata fondata nel 2002 per volontà di un gruppo di persone che, pur provenendo da contesti professionali diversi (liberi professionisti, imprenditori, operatori dello sport), erano tutti accomunati dalla medesima passione per lo sport e, in particolare, per il gioco del calcio. Nei dieci anni trascorsi dalla sua fondazione, la squadra si è sempre distinta per correttezza e sportività, tanto che ogni anno ha occupato i primi posti della speciale classifica Disciplina. Inoltre, alla società non sono mai state irrogate sanzioni pecuniarie o di squalifica del campo per il comportamento dei propri sostenitori. La partita dello scorso 6 gennaio – Durante la partita in questione contro il Futbol Montesacro, non si è verificato alcun episodio di violenza nei confronti dell'arbitro né, tanto meno, tentativi di aggressione contro la sua persona come è stato scritto. La realtà, invece, è che l'accaduto si limita al comportamento irriguardoso tenuto da un solo giocatore della ASD Pegaso, espulso dall'arbitro al termine del primo tempo. Tale comportamento è stato esclusivamente di natura VERBALE, come descritto dall'arbitro nel referto e, come tale, meritevole del provvedimento di squalifica. La ASD Pegaso si è scusata in sede di Commissione Disciplinare per il comportamento del suo tesserato che ha pagato con 7 giornate di squalifica. L'arbitro della partita ha chiesto l'intervento delle forze dell'ordine, malgrado non ce ne fosse alcun motivo, dato che la situazione era di totale calma, come abbiamo potuto dimostrare dalle registrazioni audio e video che avevamo presso l'impianto sportivo; nessuno, in ultimo, ha costretto l'arbitro a barricarsi nel suo spogliatoio, anzi gli è stato garantito tutto il supporto necessario, tanto che non lui, ma il dirigente accompagnatore della Pegaso ha provveduto a chiamare i carabinieri, come da lui desiderato. La sentenza - Per chi conosce il Regolamento e il Codice di Giustizia Sportiva, la sentenza della Commissione Disciplinare appare pacifica, così come lo sono le numerose altre identiche pubblicate ogni settimana. Il Presidente Peciarolo ci informa che i suoi collaboratori ne hanno raccolte più di 20 relative solo all'ultimo triennio, nelle quali è stata ordinata la ripetizione della partita, addirittura anche in casi nei quali si era andati oltre le sole minacce verbali. Tutto questo perché la SOSPENSIONE di una partita è un provvedimento di natura eccezionale, adottabile dall'arbitro in casi tassativi come violenza nei suoi confronti, invasione di campo o lancio di oggetti pericolosi dei tifosi, rissa tra giocatori. Mentre , in caso di minacce verbali, il provvedimento che l'arbitro deve prendere è quello della espulsione del tesserato. Tutto qui. La verità è, quindi, che la Commissione Disciplinare non ha sconfessato il referto dell'arbitro ma, al contrario, pur considerando vero tutto ciò che lui ha scritto, non vi era giustificazione al provvedimento di sospensione. Quindi la vera notizia, che era meritevole di avere risonanza sugli organi di stampa, era in realtà la decisione del Giudice di Primo Grado, che a oggi resta inspiegabile, regolamento e giurisprudenza alla mano. Quella sì che sarebbe stata un precedente unico, ossia che una squadra si vede punita con la sconfitta a tavolino perché l'arbitro, apostrofato verbalmente da un giocatore, non si sente in condizione di arbitrare. Ciò avrebbe significato che il 99% delle partite, dai professionisti ai dilettanti, sarebbe potenzialmente oggetto di decisione di sospensione per volontà del direttore di gara".


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